venerdì 28 novembre 2014

Novità belle e brutte +3 months


Eccomi, chi non muore si rivede, tre mesi cavolo, tre mesi che sono qui, ho aspettato davvero tanto per aggiornare il blog ed una spiegazione c’è. Questo ultimo mese e mezzo è stato davvero complicato, non tutto è andato come speravo e non tutto è filato liscio come l’olio. Premetto che tutto quello che sto per raccontarvi lo sapeva solo la mia famiglia. Cominciamo dall’inizio. Ricordate la mia famiglia ospitante? Signora single sulla sessantina, amante della tv e del giornale, amante dei ristoranti e della palestra? Bhè direi che non ne sentirete più parlare, perché non è più la persona con cui vivo. Esattamente dopo due mesi esatti nella sua casa ho deciso di chiamare la mia local e parlare con lei della mia situazione. Dopo varie conversazioni scomode, dopo vari rimproveri, dopo vari pianti e giornate brutte finalmente Sheila (la local) mi stava cercando un altro posto dove stare. Arriva l’email, una nuova famiglia era pronta ad accogliermi. In un giorno ho dovuto impacchettare tutto ciò che avevo accumulato in due mesi, sì un’IMPRESA. Era una domenica mattina, Sheila viene a casa e con pacchetti, pacchettini, buste, valigie, scatoloni mi accompagna nella mia nuova casa. Ad attendermi alla porta c’era una signora carina, chiacchierona e molto curiosa. Il mio primo giorno nella nuova casa è stato abbastanza normale, ero molto stanca e penso che avessi anche qualche linea di febbre, ma tutto sommato loro erano carini e mi avevano accolta con entusiasmo.

Subitissimo sono cominciati i problemi. Già dalla prima settimana, ero sempre da sola dentro casa, spesso rientravano dopo le 8 di sera e quindi dovevo comunque provvedere da sola alla cena, guardare da sola la tv o comunque vivere come se stessi affittando una stanza.

Il problema principale comunque era che questa famiglia non parlava inglese, cioè voglio dire parlavano inglese, ma non essendo la loro prima lingua, molto spesso mi sentivo esclusa nei loro discorsi, non capendo una parola di quello che dicevano.

Mi sono ritrovata di nuovo all’inizio. Sheila viene a casa parliamo, alziamo la voce, ci calmiamo, forse dovevo spostarmi di nuovo. I giorni seguenti sono stati abbastanza difficili, non mi sentivo ancora tanto bene e dovevo comunque sopportare le loro chiacchierate in arabico o qualsiasi lingua fosse e il gelo di Londra, 2/3 gradi con pioggia e passa la paura, tutto sommato sono SOPRAVVISSUTA.

Nel frattempo ricevo una telefonata dalla local regionale, il boss di sheila per intenderci, una signora molto carina e gentile che mi ascolta e mi ripete che tutto si sistemerà. E così è stato.

Stavolta era venerdì, con gli stessi pacchetti, pacchettini, valigie e scatoloni rieccomi nella macchina di Sheila, entusiasta di andare in una nuova famiglia.

Host mum, host sister di 18 anni, host brother di 22 anni e Gabi un’altra exchange student dal Cile. Non potrei essere più felice. Ho una camera davvero grande, un letto davvero grande, inoltre i miei mi hanno spedito un portatile nuovo nuovo, la famiglia è adorabile e adesso, bhe che dire? Dopo la tempesta c’è sempre l’arcobaleno.

Ed eccomi qui, ora sono molto felice, posso finalmente godermi questa esperienza come si deve, posso imparare l’inglese, posso uscire e cucinare, insomma posso divertirmi, di tempo ne ho già sprecato parecchio e non voglio perderne altro.

Volevo ringraziare soprattutto Isabella (local italiana della wep) che nonostante lontana mi ha aiutato e supportato, Sheron (la local regionale) che ha subito capito i miei disagi e Sheila che in fin fine mi ha trovato la mia famiglia.

Mi dispiace di aver mentito a tutti spudoratamente ahahaahah, ma era necessario. Io e i mia famiglia abbiamo passato davvero delle giornate che non vorrei augurare a nessuno, ma l’importante è che ora sono ancora qui, determinata, felice per raggiungere quell’obbiettivo così tanto sognato.

Ciò CHE SEGNA FORTIFICA.